Quando siamo difronte a un bambino con la sindrome di Down, nei primi anni di vita, diventa fondamentale per se stesso e per i suoi genitori un intervento precoce...
L’intervento precoce può essere utile a migliorare le sue possibilità di sviluppo, proprio perché in questi bambini così speciali, la presenza di una terza coppia del cromosoma 21 influisce sullo sviluppo motorio e linguistico rallentando l’acquisizione di alcune competenze; nonostante su queste stesse capacità influiscano anche fattori intrinsechi temperamentali e ambientali che, per fortuna oggi, si possono gestire al meglio.
Ogni bambino è unico e speciale ed avrà esigenze individuali. Gli specialisti che ruotano intorno a loro sono: il fisioterapista pediatrico che propone attività e giochi per promuovere lo sviluppo motorio del bambino e la deambulazione autonoma; il logopedista che suggerisce attività e giochi per sollecitare la comunicazione e la produzione verbale; il terapista miofunzionale che propone attività ed esercizi per migliorare respirazione, deglutizione e masticazione.
E ancora: l’ergoterapeuta che aiuta il bambino a raggiungere l’autonomia nei vari ambiti della vita quotidiana; educatori e pedagogisti che favoriscono lo sviluppo cognitivo-linguistico; lo psicologo comportamentale che cerca di ridurre gli eventuali comportamenti problematici e il neuropsichiatra infantile che effettua test cognitivi e raccorda il lavoro dei vari specialisti che ruotano intorno al bambino. Tuttavia, non necessariamente questi specialisti lavorano tutti nello stesso momento.
Nel bambino con sindrome di Down il linguaggio è ostacolato da uno scarso tono muscolare degli organi fonatori che rende problematica l’articolazione linguo-bucco-facciale (ipotono); è anche ostacolato da una respirazione deficitaria e di tipo orale e da macroglossia (ingrossamento della lingua) che comporta impaccio articolatorio. Molti bambini presentano inoltre disturbi visivi con distorsione e carente esplorazione del mondo circostante, percezione sensoriale alterata o iper o ipo sensibilità, ritardo psicomotorio e capacità logiche ridotte a causa del ritardo mentale.
Ci preme informare i genitori sullo sviluppo del loro bambino speciale poiché nei primi 3 anni di vita la produzione verbale appare povera se confrontata con quella dei bambini normodotati. A partire dal 4° anno, la maggioranza dei bambini con sindrome di Down produce le prime frasi di due parole: si hanno le prime distinzioni tra singolare e plurale e fra femminile e maschile. Tuttavia occorre sottolineare che una ristretta minoranza ancora a 6 anni non produce frasi di due parole e alcuni di questi bambini speciali per tutta la vita avranno un linguaggio verbale non superiore a quello di un bambino di 2 anni.
Dai 6 anni può succedere che alcune parole siano pronunciate in modo non corretto e che il livello lessicale sia migliore rispetto al livello fonologico, ma inferiore a livello sintattico: difficoltà a produrre frasi lunghe e complesse e discreto livello pragmatico in quanto i bambini sono socievoli e in grado di farsi capire.
Attualmente però è abbastanza raro trovare bambini con sindrome di Down privi di linguaggio, poiché la rieducazione praticata precocemente e in tutti i settori facilita la comparsa della parola e l’uso del linguaggio. I bambini con la sindrome di Down sono caratterizzati da una notevole variabilità nello sviluppo comunicativo-linguistico. Il lavoro logopedico viene svolto su più fronti: uno più funzionale per migliorare gli aspetti linguo-bucco facciali e per ridurre la protrusione linguale e migliorare la respirazione nasale; l’altro fronte più cognitivo linguistico e di arricchimento lessicale (vocabolario) e morfosintattico (struttura della frase). In età scolare viene proposto poi un lavoro sulla lettura e sulla scrittura, privilegiando il tratto dello stampato maiuscolo, più semplice da decodificare e con tratti meno ambigui.
Il coinvolgimento dei genitori durante tutto il percorso di crescita e apprendimento di questi bambini unici e speciali è fondamentale per favorire e consolidare gli apprendimenti proposti a scuola e durante la seduta di terapia... quindi genitori non scoraggiatevi: noi vogliamo essere al vostro fianco accompagnandovi al meglio delle nostre professionalità e capacità umane!
A cura dott.ssa Morena Manzini logopedista, counselor relazionale